Degli  Ottomani   
 Angora Turco
- Turkish Angora


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Tatli degli Ottomani - Angora turco



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Nel suo paese d'origine, l'Angora Turco, gode di una certa considerazione, infatti molte persone in Turchia credono che i soggetti dal mantello bianco siano un dono di Allah.
Questa credenza popolare deriva in parte dalle buffe macchioline colorate sul mantello che alcuni cuccioli presentano alla nascita e che svaniscono durante il loro primo anno di vita;queste piccole macchie sono considerate dal popolo turco come "le impronte di Allah", ma che per la  genetica (kitten caps), non sono altro  che  la testimonianza del colore "nascosto" dal candido mantello.



Kssem degli Ottomani
Sempre in Turchia si crede che un giorno il fondatore della repubblica, il grande Mustafà Kemal Ataturk,  si reincarnerà in un bel gatto di razza Angora  Turco dal mantello bianco con occhi impari (uno ambra ed uno blu) e sordo.

Un'altra leggenda narra, che possa esaudire i desideri e perchè possa farlo occorre prendere il micio in braccio, sussurarglielo  all'orecchio e offrirgli in pegno un bocconcino, se il gatto lo mangerà il desiderio verrà esaudito.


Nella cultura islamica, il titolo più antico che il gatto abbia ricevuto risale ad una tradizione legata alla storia di Maometto. Egli amava a tal punto la sua gatta Muezza, che un giorno, essendo consultato su alcuni aspetti della religione, piuttosto che svegliarla nell'alzarsi per andare a parlare con la persona che lo stava aspettando, preferì tagliare il lembo della manica su cui l'animale dormiva.



Per molti anni in Cina i gatti furono utilizzati come preannunciatori di terremoto ed ancora oggi teorie sulla possibilità che i gatti possano essere più sensibili alle vibrazioni della terra rispetto ad altri animali vengono formulate.



In Giappone le gatte con il pelo a squama di tartaruga erano molto apprezzate, perchè considerate porta fortuna.



Nell'antico Egitto, il gatto veniva adorato come emblema e come personificazione del Dio Osiride, che quando non voleva farsi riconoscere si trasformava in gatto; venne anche identificato nella Dea Bastet, benefattrice, dal corpo di donna e dalla testa di gatta. Protettrice della casa e della fertilità, guardiana della salute e personificazione della luce e del calore, era la dea più amata dal popolo.

Sempre nell'antico Egitto, gli egiziani veneravano i loro piccoli felini a tal punto da profumarli e preparare per il loro riposo letti sontuosi. Applicavano per loro tutti i segreti della medicina per curare e mantenere in vita i cuccioli nati con la costituzione delicata. Per tempo davano ad ogni gatta un compagno adatto, rispettando attentamente i rapporti di gusto, amore e aspetto fisico.


*Questa filosofia di pensiero viene da noi condivisa e applicata.



Il sultano El-Daher-Beybars, nel secolo XIII, riservò ai gatti randagi un intero giardino chiamato "Il frutteto dei gatti" (gheytel-Qouttah).



Nel 936 (d.C.) il principe del Galles, Howell il Buono, emanò la prima legge in difesa degli animali domestici.


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